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Articolo di prossima uscita su EduINAF

Dopo una lunga e travagliata storia di tentativi falliti, Jerry Siegel e Joe Shuster riuscirono a far pubblicare quello che è considerato come il supereroe per eccellenza: Superman.
I due, che si conoscevano sin dalle scuole superiori, avevano più volte cambiato le origini e la caratterizzazione del personaggio (in origine era un potentissimo supercriminale, giusto per sintetizzare all'osso), poi, dopo essersi ritrovati a lavorare insieme per la National Comics, colsero l'occasione di riproporre il personaggio al loro editore quando questi decise di varare un nuovo albo a fumetti: Action Comics.
All'epoca gli albi a fumetti erano degli antologici, contenevano cioé più storie a fumetti con protagonisti personaggi differenti. E per rispondere alla pubblicazione da parte della Detective Comics Inc. dell'antologico Detective Comics, il cui primo numero era datato marzo 1937, la National decise di proporre un albo di fumetti di avventura, appunto Action Comics, che segnò l'esordio proprio di Superman.
L'arrivo del personaggio nel mondo dei comics veniva annunciato sin dalla copertina, che riprendeva una delle vignette della storia d'esordio, diventata oggi iconica, e che mostra l'eroe mentre esibisce la sua incredibile forza, con tanto di fuggi fuggi generale. Solo leggendo la storia si comprende che i personaggi in fuga altro non sono che dei criminali.

La basi scientifiche di Superman

Siegel e Shuster, pur raccontando le gesta di un personaggio dalla forza fuori del comune, completamente inarrivabile per qualunque essere umano, vollero comunque porre delle basi scientifiche per il personaggio.
Le origini di Superman e dei suoi poteri vengono, infatti, riassunte nella pagina iniziale di Action Comics e raccontano di un orfanello proveniente da un pianeta extrasolare (come diremmo oggi) in distruzione: nella prima vignetta vediamo, infatti, un razzo spaziale che si allontana dalla superficie del pianeta in distruzione, devastata da non si sa bene cosa.
Al di là dei dettagli biografici, ciò che è interessante per i nostri scopi in questa prima pagina è La spiegazione scientifica della stupefacente forza di Clark Kent. Nella striscia che chiude la pagina Siegel e Shuster ci tengono, innanzitutto, a dirci che la struttura fisica di Kent è diversa dalla nostra, molto più evoluta. Evidentemente i due autori hanno in mente la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin. Adottano, però, un'analogia molto interessante con alcuni esseri viventi del nostro pianeta: le formiche per quel che riguarda la capacità di sollevare oggetti più pesanti di una formica, e le cavallette per quel che riguarda la capacità di spiccare balzi molto più lunghi delle dimensioni della cavalletta stessa.

La spiegazione della forza stupefacente di Superman – da Action Comics #1

Eppure, come fa notare Marco Ciardi in Quando Darwin incontrò Flash Gordon, in Gladiator, romanzo del 1930 di Philip Wylie, il protagonista, il professore di chimica Abednego Danner, sviluppa un siero in grado di donare la forza proporzionale di una formica combinata con la capacità di salto di una cavalletta. Tali poteri li ottiene il figlio Hugo dopo che Danner ha iniettato il siero nella moglie incinta.
La spiegazione scientifica dei superpoteri di Superman, però, viene successivamente aggiornata su Superman #1, uscito un anno più tardi rispetto ad Action Comics #1. In questo caso Siegel e Shuster, oltre alla spiegazione evolutiva aggiungono anche una spiegazione fisica. Il pianeta Krypton, che aveva guadagnato un nome sulle daily strip che avevano iniziato a uscire sui quotidiani a gennaio sempre del 1939, possedeva un'attrazione gravitazionale superiore rispetto alla Terra, in virtù delle sue dimensioni maggiori.
Questa maggiore gravità, combinata con l'evoluzione muscolare degli abitanti di Krypton, permetteva a Superman di essere di molto più forte dei normali esseri umani.

Versione aggiornata della spiegazione della forza di Superman – da Superman #1

Può essere interessante, come approfondimento in classe, affrontare la questione dell'accelerazione di gravità. Utilizzando, infatti, il secondo principio della dinamica e la legge di gravitazione universale, è possibile ricavare una formula matematica che consente di calcolare il volore dell'accelerazione gravitazionale di un pianeta a partire dalla sua massa e dalle sue dimensioni.
Un ulteriore passo successivo può essere quello di sostituire la massa con la densità. Dalla formula ricavata sarà possibile, quindi, verificare l'affermazione degli autori relativa al legame tra gravità e dimensioni del pianeta, supponendo le densità di Terra e Krypton approssimativamente uguali.